IL CORTILE


Al centro del cortile è stato piantato ed ha attecchito un gelso (morâr),  completamento usuale della casa colonica: forniva fresca ombra in estate per i momenti di pausa dal lavoro; inoltre i gustosi  frutti, le more, venivano trasformati in marmellata. 
Accanto ad esso c'è il pozzo che raggiunge la profondità di circa 12 metri e un abbeveratoio di pietra (laip) per gli animali. 

Il forno del pane

Il forno del Museo è un tipico caso di quella specie di forni- rarissimi nel Friuli collinare- costruiti come locale aggiunto, all'esterno della casa, generalmente sotto una tettoia, oppure collegato a qualche altro locale (es. porcile).

I forni casalinghi (come il nostro caso) erano costruiti in sassi e calcina e la camera di cottura in mattoni. Non avevano camino, ma semplicemente fori di tiraggio.

Gli animali di bassa corte

Completamento della casa rurale era una bassa costruzione, in un'area recintata, per allevarvi gli animali da cortile (gjalinâr).

Il luogo ospitava polli, galline ovaiole, tacchini, anatre e oche nelle stie i conigli. 

Una piccola stanza (cjôt) era destinata al maiale. Durante il giorno gli animali di bassa corte (pennuti) erano lasciati liberi nel cortile e nella vigna, dove trovavano nutrimenti naturali  (erba, vermi, ecc.).

Alla sera rientravano nel pollaio che veniva rinchiuso, anche per preservarli da predatori notturni (donnole, faine, martore).

Non era casuale la vicinanza del pollaio alla liscivaia, dove, nell'apposito pentolone (cjalderie) veniva preparato il pastume (paston) con crusca, farina, ortaggi, per integrare l'alimentazione di maiali e pennuti.