ll Museo ripropone, con la cadenza scandidata dall'avvicendarsi delle stagioni, i lavori della vita contadina. A fine giugno, era tempo di tirare i primi bilanci e raccogliere i frutti delle fatiche primaverili.
Un buon raccolto di cereali significava poter guardare con fiducia il prosieguo della stagione e allontanare gli spettri di miseria e fame.
Sull'aia di Cjase Cocèl si possono rivivere quei momenti.
Un carro trainato da animali scalpitanti e bardati a festa, porta il frumento sull'aia dove mani sapienti provvedono ad introdurre le spighe, un mazzo alla volta nella trebbia.
Anche un altro cereale è di scena e cioè la segale, con l'impegnativa e faticosa battitura a mano dalla quale si ottengono i banzui di soleâr, che servono soprattutto completare la copertura di una parte del tetto del Museo.
Ogni anno, nel cortile si avvicendano gli operatori della trebbiatura e della battitura della segnale. Per il pranzo, si possono gustare piatti tipici preparati dai cuochi della Pro Loco, nel piazzale antistante il Museo, al riparo dal solleone.
Il Museo della vita contadina a Fagagna, da sempre attento a riproporre i momenti più significativi del mondo contadino di un tempo; vi invita nel mese di ottobre all'appuntamento con la zucca, prodotto autunnale strettamente legato proprio al mondo contadino di un tempo.
Infatti in autunno, assieme alle pannocchie, arrivavano a casa anche le zucche dalle forme più svariate e dai diversi colori.
La festa della zucca è un'occasione per ritrovarci al Museo, vivo e animato da tanti volontari al lavoro, dove offriamo il sapore del passato col zuf, accompagnato da un mestolo di latte..
Vecchie tradizioni orali ricordano anche giochi di bambini, che si divertivano ad intagliare la dura scorza della zucca per creare lis musates che alla sera, dopo aver racimolato qualche moccolo di candela, collocavano sui muri per spaventare madri e nonne con innocui mostri caserecci...
La macellazione casalinga del maiale rappresenta l'unico elemento di vita contadina rimasto integro nella nostra vita moderna e la possibilità di conservare nella tradizione alimentare i prodotti di un mondo che non c'è più.
Tutto questo avviene per merito del norcino "purcitâr". Presso il museo si tiene la festa dedicata ai norcini: Sant Antoni fieste dal purcitâr.
Si tratta di un intera giornata intensa e arricchita dalla presenza dei numerosi norcini provenienti da tutto il Friuli, con un convegno sul tema dell'utilizzo della carni del maiale, la benedizione degli animali, la preparazione delle "cicines", il pranzo sotto il tendone a base di piatti tipici della norcineria locale, in collaborazione con la Pro Loco e i ristoratori fagagnesi, dimostrazioni di preparazione del lardo e i crostoli croccanti e gustosi cotti "tal gras di purcit".
La domenica delle Palme il museo apre le porte a bambini, ragazzi e adulti per invitarli a decorare le uova per la prossima Pasqua. Viene ripresa qui una tradizione antica che fino a pochi anni fa era praticata nei nostri paesi: la decorazione delle uova di gallina con varie tecniche e materiali.
Quando eravamo bambini il giorno di Pasquetta si andava a far correre le uova sulle colline...i nostri nonni raccontano che una volta (sessanta, settanta anni fa) le uova erano un bene prezioso e non erano tante quelle riservate al gioco di Pasquetta, ma facendole rotolare giù per la collina i bambini speravano che si rompessero per poterle mangiare..
A Cjase Cocèl vi sono persone esperte che insegnano tecniche diverse e bambini e adulti realizzano piccoli ma autentici capolavori.